Un nuovo eroe è pronto a vegliare sulle nostre vite:
seguite gli entusiasmanti casi dell’ispettore Palombi.
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L’ispettore Palombi conosceva la forza del suo antagonista e sapeva che in passato aveva fatto il bello e il cattivo tempo in ogni campo avesse incontrato. L’ispettore si ricordava perfettamente la prima volta che il destino li aveva fatti incontrare, ma allora era solo un sospetto e lui era molto giovane, sospetto che si era via via concretizzato nel tempo e che infine lo aveva convinto ad aprire un’indagine vera e propria, di cui ora aveva i primi risultati. Maledette scommesse! Lo sapevo che era tutta una fregatura. 31/5/2016
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Un delitto nuovo stava occupando le giornate dell’ispettore Palombi: un indagato subdolo, che arrivava inaspettato e fingendo di aiutare le vittime con compiti a volte spiacevoli, spesso le colpiva a tradimento, lasciando un segno molto spesso indelebile. Ma l’ispettore lo aveva individuato subito e aspettava solo una mossa falsa per poterlo inchiodare di fronte alle sue responsabilità, conscio che comunque ormai fermarlo definitivamente sarebbe stato purtroppo impossibile. Maledetto correttore automatico! Ma allora che ho studiato a fare? 24/5/2016
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Indagini, indagini e ancora indagini. E poi interrogatori, inseguimenti e finalmente arresti e processi. Era questa la vita che l’ispettore Palombi faceva ormai da molti anni, sempre con la stessa passione e immutata dedizione, una vita di fatiche coronate da successi temporanei che le davano l’aspetto di una vita piena e felice, degna di essere vissuta. Le poche soddisfazioni erano attese dall’ispettore come rugiada primaverile, come pioggia nel deserto, e dover attendere ancora a volte era davvero insopportabile. Maledetta macchina del caffè! Proprio ora ti dovevi rompere? 20/5/2016
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L’ispettore Palombi era un sostenitore convinto della scienza e del progresso e, come tale, rimaneva sempre affascinato dalle meraviglie che via via venivano prodotte e che lo aiutavano non poco anche nel suo lavoro. L’indagato che aveva sotto mano adesso infatti, sebbene si presentasse arduo da interrogare e restio a confessare finalmente tutti i suoi segreti, prometteva di risolvere molti enigmi e fare chiarezza anche su alcuni casi del passato rimasti ancora insoluti. Rientrò nella stanza, si sedette e si armò di pazienza. Maledetto telecomando! Vado a cambiare canale e mi parte il ventilatore. 17/5/2016
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Chiudere il caso era stato meraviglioso, una giornata sicuramente indelebile nei ricordi. Tutti quei complimenti e quegli auguri lo avevano commosso fino alle lacrime, ma se li era meritati tutti. Anni e anni di indagini, pedinamenti, prove, riprove, controprove e lunghissimi interrogatori avevano adesso finalmente dato i frutti sperati, e ora infine l’indagata era stata definitivamente catturata e bloccata per sempre, o almeno fino a un riesame del caso. Solo una cosa si accorse l’ispettore Palombi di non aver calcolato e valutato fino in fondo: il bene che la popolazione gli stava dimostrando. Maledetti regali di matrimonio! Un altro coccino o un vaso e non entro più in casa. 13/5/2016
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L’indagata alacremente ricercata dall’ispettore Palombi era famosa per la sua crudeltà e le vittime interrogate riportavano tutte profonde ferite dell’animo per lo shock subito, quelle sopravvissute, almeno, perché molte purtroppo non ce l’avevano fatta. Visto che il bianco era il colore ricorrente di tutte le testimonianze, il nostro ispettore si indirizzo subito verso le località balneari a inizio stagione, cercando tra i pallori invernali dei bagnanti nuove piste e nuovi indizi, ma dopo un mese di indagini a vuoto, capì che forse sarebbe stato il caso di ampliare il raggio di azione. Maledetta signora Valanga! Giuro che ti troverò e che pagherai! 11/5/2016
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Ancora un’altra mossa così l’ispettore Palombi sapeva che non l’avrebbe sopportata. Già questa inchiesta, accettata forse con superficialità, lo aveva costretto a mettere in discussione fin troppe cose, ma che ora anche l’indagato, saputo che Palombi lo stava cercando, si fosse presentato in commissariato autonomamente e avesse anche portato con sé la famiglia e anche uno spuntino per tutti, questo non poteva proprio accettarlo. Ciononostante, fece ancora un altro inchino, sperando che fosse l’ultimo. Maledetti giapponesi! Sono così gentili da mettermi in imbarazzo… 7/5/2016
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Le armi per affrontare il caso e tutti gli agenti scelti per questa missione erano stati selezionati e preparati accuratamente. Una squadra che l’ispettore Palombi nel tempo aveva imparato a conoscere e apprezzare, l’unica con la quale avesse avuto dei successi immediati, ma purtroppo mai risolutivi definitivamente. L’indagine condotta aveva portato l’ispettore a ben sperare e questi confidava questa volta di assestare il colpo decisivo. Maledetta allergia! Tutti gli anni la stessa battaglia. 3/5/2016
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Bene, l’ispettore Palombi incominciava adesso a vedere uno schema nella follia dell’indagato: un copione ripetuto, addirittura con fasi uguali in tutti i casi che lo vedevano coinvolto, e poi quest’aria di superiorità che dimostrava apertamente, dichiarando battaglia alle autorità e spesso sbeffeggiandole, doveva assolutamente finire. Raccolti gli indizi e accertata la colpevolezza dell’indagato, adesso il nostro buon ispettore si stava chiedendo come avrebbe potuto arrestare il colpevole e chiudere così il caso. Maledetto autore! Hai finito di farmi fare fare figuracce. 29/4/2016
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L’indagato che l’ispettore Palombi stava cercando di fermare dava molto da pensare all’inquirente, che questa volta, l’unica nella sua carriera, temeva di non riuscire a risolvere il caso. Un caso difficile, una storia annosa e complicata, con la colpevole che andava e veniva, facendo impazzire di rabbia tutti quelli che, come il nostro ispettore, avevano cercato di arrestarla prima di lui. Maledetta polvere! Questa storia ha da finire. 26/4/2016
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Quel sospettato là davanti si era accorto che l’ispettore Palombi lo stava inseguendo e per questo aveva aumentato la velocità. L’ispettore, dal canto suo, decise di continuare allo stesso ritmo: un po’ per non allarmare ulteriormente l’indagato e un po’ perché confidava totalmente che il fattore ambientale stesse giocando dalla sua parte. Quindi si fermò, si asciugò la fronte e si mise in paziente attesa. Maledetta cyclette! Scenderai prima o poi, eh. 22/4/2016
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Catturare l’indagato questa volta non era stato troppo complicato, sicuramente più facile che sistemare i due complici che lo accompagnavano e che proprio non lo volevano lasciare andare. Conscio che ora sarebbe iniziata la parte più difficile con il teste chiave appena arrestato, l’ispettore Palombi iniziò l’interrogatorio, armato di una robusta dose di pazienza, perché l’indagato era famoso per non voler collaborare, ma, tra una sillaba strappata e l’altra, piano piano il quadro si andava chiarendo. Maledetto neonato! Vuoi deciderti a parlare? 19/4/2016
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Ecco! Questa non ci voleva! Non stamani almeno, ma l’ispettore Palombi, che già si trovava in strada per lavoro, era stato testimone oculare di un misfatto e, se da un lato malediceva questo contrattempo, proprio oggi che di tempo non ne aveva, dall’altro ringraziava di avere l’occasione di punire un criminale in modo che non potesse più nuocere. Aveva notato tutto: il colpevole prepararsi per il colpo e la vittima che, distratta da una telefonata e da un’altra persona che passava – un complice? probabilmente no – cadeva appieno nell’imboscata. L’ispettore lasciò perdere la messa in sicurezza delle prove raccolte e si lanciò all’inseguimento. Maledetto cane! Il tuo padrone è un uomo finito. 15/4/2016
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Giunto alla fine dell’indagine, l’ispettore Palombi non poté fare a meno di ripensare al percorso fatto e sorridere soddisfatto, valutando quante difficoltà aveva incontrato e che era riuscito in qualche modo a superare. Quanti momenti di sconforto aveva patito e tutte le volte una vocina lo spingeva ad andare avanti, nonostante tutto e tutti, e adesso poteva ben dire che l’indagato era stato catturato. Maledetta volante! Se scopro chi l’ha lasciata a secco, potrei fare una pazzia. 12/4/2016
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Venire ripreso da un collega non era il massimo, anche perché l’ispettore Palombi in genere era uno di quelli che invece amava puntare il dito e ora che quel dito ce l’aveva contro lui, sarebbe voluto essere da tutta un’altra parte. Però il caso che stava studiando andava esaminato fino in fondo, anche a costo di fare qualche passo falso, e le prove raccolte dovevano essere indagate fino alla fine proprio per verificare appieno la loro pericolosità. Costretto ad accostare, pregò il collega che fosse clemente, d’altronde questa era la prima e unica volta. Maledetta birra! La prossima volta la devo prendere analcolica. 8/4/2016
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Un’inchiesta complicata, roba da libretto delle istruzioni. Un’indagine che avrebbe richiesto tempo, forse, ma soprattutto maggiore elasticità mentale, perché l’indagato parlava una lingua straniera che l’ispettore Palombi masticava a malapena e capirlo molte volte risultava difficile. Eppure l’ispettore sapeva che riuscire a dialogare con quel personaggio gli avrebbe facilitato parecchio la vita e lo avrebbe aiutato a risolvere molti casi ancora aperti. Maledetti telefonini! Manca l’app per stirare le camicie e poi fanno davvero tutto. 5/4/2016
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Con molta pazienza, l’ispettore Palombi aveva atteso le condizioni migliori per mettere le mani addosso all’indagato, dopo un’indagine lunga e pruriginosa. Aveva preparato tutto il necessario per poter agire indisturbato e vedersela con quel maledetto che continuava ad apparire e scomparire; il caso aperto tempo addietro era adesso maturo per essere chiuso con un solo colpo di mano. Pronto all’azione, l’ispettore Palombi valutò anche gli eventuali disagi che chiudere il caso avrebbe comportato, ma decise che ne aveva abbastanza e si preparò davanti allo specchio. Maledetto brufolo! Adesso te lo faccio vedere io. 31/3/2016
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L’ispettore Palombi stava su questo caso ormai da un bel po’ tempo e, grazie a un’intuizione felice, era ora improvvisamente riuscito a capire al mandante e agli esecutori di una serie di delitti che avevano tormentato la città per decenni. Aveva ricostruito ognuno di questi con pazienza e dedizione e sapeva ora che la pista era quella giusta e che l’indiziato si sarebbe presto trovato con le spalle al muro, molto probabilmente quello di una patria galera. Appena fosse tornato in centrale avrebbe dato tutte le disposizioni per emettere i mandati di arresto, ma tutto si bloccò quando, nuovamente in ufficio, provò a ricordarsi quel nome che aveva cercato per anni e che ora gli sfuggiva di nuovo. Maledetta memoria! La prossima volta me l’appunto. 29/3/2016
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Negli anni l’ispettore Palombi aveva imparato che, quando si sentiva con le spalle al muro, un buon modo per trovare alternative o un nuovo punto di vista, era di cercare di osservare se stesso dall’esterno per capire dove stesse sbagliando. Un metodo che lo aveva tolto dai guai più di una volta e che aveva già usato spesso con casi di questo tipo e di cui cominciava ormai invece a dubitare. Strinse l’arma del delitto e la esaminò ancora una volta, sforzandosi di trovare un elemento, uno solo, che lo potesse aiutare a raggiungere l’obiettivo, ma niente da fare, gli ingredienti non erano la pista giusta. Doveva pensare a qualcos’altro. Maledetta nutella! Sei piena di troiai, ma non riesco proprio a smettere. 24/3/2016
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L’ispettore Palombi era noto in tutto il dipartimento, sin dai tempi dell’accademia, per la velocità con cui estraeva l’arma di ordinanza. Solo un aveva provato a mettere in discussione questo primato: una faccia che negli anni si era via via ripresentata e con cui ora aveva finalmente la possibilità di mettere in chiaro le cose. Con calma si mise in posizione e si preparò, mentre l’avversario faceva lo stesso; l’atmosfera era elettrica per la tensione e la concentrazione e i duellanti entrambi pronti a estrarre. Un respiro e tutto sarebbe stato deciso. Maledetto specchio! Stavolta ti faccio vedere io. 22/3/2016
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L’inchiesta era andata parecchio in là, molto più di quanto l’ispettore Palombi si fosse aspettato, e infatti iniziava a sentirne il peso. Un delitto terribile: l’assassino si era divertito a infierire più e più volte sulla vittima colpendola ovunque col coltello e straziandone carni e organi interni. Sì, per oggi ne aveva abbastanza e decise che avrebbe continuato l’indomani. Maledetto pollo arrosto. Con le patate resti sempre il pranzo migliore. 18/3/2015
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Le prove erano schiaccianti, l’indagata era davvero coinvolta in molti casi terribili e le accuse che pendevano sulla sua testa erano le più varie: dall’avvelenamento all’omicidio volontario, dalla truffa al rapimento. All’ispettore Palombi non sembrava proprio possibile che così tanti capi di accusa inchiodassero quella distinta signora, ma la legge è legge e quindi, fermo nella sua determinazione, guidò passo passo il cellulare dal commissariato fino al castello per procedere all’arresto. Maledetta strega cattiva! Ma come hai fatto a fare tutto da sola? 15/3/2016
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L’inchiesta che l’ispettore Palombi stava conducendo era andata molto più in là di quanto si sarebbe mai aspettato all’inizio, ma ormai aveva capito che le analisi raccolte erano troppe e troppo importanti per svanire come una nuvola di fumo, e credette che sarebbe arrivato ad una conclusione in tempi brevi. Aveva interrogato entrambi le parti ed esaminato tutta la corposa mole di prove indiziarie per capire che cosa stesse succedendo, fino a che, dolorosamente, il quadro cominciava ad essere finalmente più chiaro. Maledetta geotermia! E pensare che all’inizio c’avevo creduto. 11/3/2016
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L’ispettore Palombi ne aveva abbastanza di questa inchiesta: faceva un passo avanti per farne subito dopo uno indietro. Sapeva di trovarsi di fronte a interessi giganteschi che avrebbero fatto di tutto pur di non farlo proseguire verso la tanto agognata soluzione del caso, però, lui solo contro tutti, non smetteva mai di sperare e continuava a indagare, allungando la lista dei sospettati da interrogare. Con l’idea della giustizia salda in mente, si asciugò il sudore, pronto per andare avanti. Maledetto petrolio! Ce ne libereremo mai? 8/3/2016
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L’inchiesta era arrivata a un punto critico e l’ispettore Palombi sapeva che il tempo non era a suo favore, poiché il rischio di inquinare le prove era tanto più alto quanto più i minuti passavano. Conscio della situazione, l’ispettore sapeva anche che ormai non poteva tornare più indietro e, consultati i collaboratori, decise di giocarsi il tutto per tutto: ormai era in ballo e ormai doveva ballare. Maledetta pioggia! D’ora in poi prima di andare alla gara di liscio, mi assicurerò che sia al coperto. 4/2/2016
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L’ispettore Palombi amava veramente il suo lavoro e pensava di essere nato apposta. Indagare, risolvere i casi e assicurare i criminali alla giustizia era il suo scopo di vita e niente lo soddisfaceva di più che chiudere un caso complesso, ma ora un avversario molto forte minacciava la sua carriera, un avversario che nessuno era mai riuscito a sconfiggere fino ad ora. Maledetta pensione! Beati i giovani, che non la vedranno mai. 1/3/2016
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Sguardo allo specchietto, l’ispettore Palombi capì che qualcosa non andava: quell’auto era già da un po’ che lo seguiva e adesso stava anche accelerando. Fece una rapida disanima di quanti lo avrebbero visto volentieri in fondo all’oceano con un paio di scarpe di cemento, ma la lista era troppo lunga e non venne a capo di niente, mentre l’inseguitore si stava avvicinando. Ripassò allora il recente passato e un dubbio lo colpì come un maglio, un dubbio che si fece certezza quando vide che alle calcagna aveva una volante dei carabinieri. Allora quell’area di sosta… Allora quelle… Accidenti! Ma tu vai a pensare… E mise la freccia per accostare. Maledette prostitute! E pensare che io volevo solo un’informazione stradale… 26/2/2016
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L’errore era una dimensione che decisamente non apparteneva all’ispettore Palombi: ligio, preciso, attento e puntuale, era solito considerare tutti gli elementi prima di muoversi e risolvere l’indagine di un caso. Eppure nella sua lunga carriera aveva dovuto a mlincuore imparare che per sbagliare c’era sempre un seppur minimo margine. Come ora, che vedeva dai movimenti sospetti di indagati che avrebbe giurato fossero già sotto stretto controllo, motivo di dubitare di alcune scelte e l’occasione per rivedere alcune posizioni. Maledetta scampagnata. Ma proprio sopra un formicaio dovevo apparecchiare? 23/2/2015
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L’ispettore Palombi aveva a che fare con il caso di vagabondaggio di un minore. La situazione era delicata, perché il giovane individuo, che non aveva con sé i documenti che ne comprovassero l’identità in maniera assolutamente certa, continuava a parlare di strani luoghi e di ancora più strani personaggi, e l’ispettore sapeva che maneggiare casi di abuso di stupefacenti già in giovane età era una brutta gatta da pelare. Con infinita pazienza, si accinse ad andare avanti con l’interrogatorio, sperando che dalla centrale mandassero qualcuno di più qualificato, che potesse prendere in mano tutta la questione. Maledetto piccolo principe. Ma da dove cavolo vieni? 19/2/2016
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Di testimoni sparsi sul luogo del delitto ce n’erano più di quanti ne sarebbero effettivamente serviti per inchiodare il colpevole, ma non sarebbero serviti, perché l’ispettore Palombi era uno di quelli, forse il più agguerrito contro crimini di questo genere. Mise in sicurezza le prove e si gettò all’inseguimento, sperando di fare in tempo, in quanto il colpevole, allertatosi, stava allontanadosi via via sempre più in fretta e fu grazie all’aiuto di un altro passante che finalmente venne preso e messo in sicurezza. Maledetto cane! Hai finito di ammorbarmi con le tue cacche. 16/2/2016
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L’ispettore Palombi si trovava di fronte ad un’altra vittima dell’indagato ormai sotto inchiesta da anni: anche questa orribilmente deturpata, anche questa un vago simulacro di ciò che era stata un tempo. Ma ciò che preoccupava maggiormente l’inquirente era sapere che c’era in giro gente capace di apprezzare un simile scempio, fino all’emulazione. Questa storia doveva finire, adesso, e si avviò verso l’uscita. Maledetto Picasso! Proprio non riesco a capirti. 12/2/2016
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Fermo davanti alla pistola spianata dell’ispettore Palombi, l’accusato di furto aveva ben poche speranze di cavarsela. L’ispettore sapeva che i capi firmati non erano stati pagati e sospettava già da tempo dell’indagato e, ora che lo aveva in pugno lo teneva sott’occhio temendo che potesse fuggire e nascondersi tra la folla del centro commerciale. Abituato a ben altri delitti, l’ispettore Palombi non poteva tuttavia perdonare neanche un semplice taccheggio, e si apprestò a procedere all’arresto. Maledetto manichino! Chissà quanti vestiti hai già fatto sparire. 9/2/2016
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Poter affrontare un caso difficile come questo era per l’ispettore Palombi un onore insperato e inaspettato. Sapeva che si sarebbe scontrato contro un muro di gomma e di interessi privati e che avrebbe dovuto valutare bene alcuni controindizi importanti, ma fare chiarezza in questa indagine gli avrebbe garantito fama e rispetto imperituri. Così si preparò per gli interrogatori e per visionare da capo tutte le prove audiovisive che era riuscito a raccogliere. Aveva adesso la possibilità di chiudere ufficilmente un’inchiesta che lo angosciava da anni. Maledetto Sanremo! Ma perché vincono sempre le canzoni più pallose? 5/2/2016
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Che gli imputati fossero tanti e che controinterrogarli in tempi brevi per chiudere il caso fosse impresa ardua, faceva sentire l’ispettore Palombi frustrato e impotente. Ma l’inchiesta doveva andare avanti, anche a costo che gli interrogati mentissero spudoratamente sulle loro reali intenzioni, complicando di fatto tutto il risultato finale. Nonostante questo, l’ispettore Palombi continuò stoicamente a comporre tutti i numeri della lista. Maledetto televoto! Continuo a non vederci chiaro. 2/2/2016
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L’ispettore Palombi spiegò tutti i fogli in cui il caso era stato analizzato e dove si mostrava la situazione chiara e senza possibilità di errore: i fatti, i personaggi, le vittime, il colpevole e i complici erano tutti lì, nitidi, davanti ai suoi occhi. Prima di procedere con la richiesta di arresto, sempre che ce ne fosse ancora bisogno, riprese in mano alcune prove, vedendo con chiarezza il momento di non ritorno, l’attimo in cui si metteva il primo pezzo di un puzzle tragico. Ancora più certo, ma non per questo soddisfatto, prese il telefono e si apprestò a chiamare la squadra mobile per procedere con il fermo, indeciso su chi arrestare per primo. Maledetto Padre Cristoforo! Ma non li potevi sposare tu Renzo e Lucia? 29/1/2015
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Una lacrima scese sul volto dell’ispettore Palombi. Non solo non era riuscito a fermare l’indagato, ma, stando così le cose, sapeva per certo che non avrebbe nemmeno potuto fare niente per arrestarlo in futuro. Tutto era stato vano: la lunga indagine, le prove raccolte, i nascondigli ispezionati, tanti mesi impiegati per la preparazione dell’atto finale e tutto era servito a niente. L’ispettore Palombi ritrovò il contegno e si asciugò gli occhi: avrebbe provato altrove. Maledetto vento! La grigliata in vetta mi sarebbe proprio piaciuta. 26/1/2016
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L’indagato che l’ispettore Palombi stava seguendo da un po’ di tempo era solito preparare con cura i suoi piani criminosi, intessendo una ricca trama di inganni da cui per la vittima, una volta caduta in trappola, non c’era più niente da fare. L’inchiesta era aperta da diverso tempo e le indagini svolte avevano consegnato all’ispettore molto materiale probatorio che inchiodava il colpevole con certezza. Soddisfatto, l’ispettore Palombi prese la scopa e salì sulla sedia. Maledetto ragno! Il tuo regno del terrore finisce qui. 22/1/2016
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L’ispettore Palombi considerava la puntualità una delle massime forme di rispetto per le persone, e in alcuni casi, come questo, addirittura imprescindibile; il fatto quindi che l’indagata stesse disattendendo l’orario ben visibile nel mandato di comparizione consegnato, lo stava mandando letteralmente in bestia. Tutti gli altri convocati erano stati invece puntuali, qualcuno addirittura in anticipo! Al culmine della rabbia, infine una macchina apparve. Maledetta sposa! Ancora un minuto e me ne sarei andato. 19/1/2015
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Essere alle prese con questo caso imbarazzava enormemente l’ispettore Palombi, a maggior ragione perché non era nemmeno la prima volta a dover essere trattato come un indagato, colpevole di un reato non commesso ma in qualche modo comunque correo. No, stavolta il responsabile avrebbe conosciuto la sua giusta furia, troppe erano le volte che aveva lasciato correre. Estrasse il portafogli e si presentò a saldare il conto. Maledetto crimine! Non paga PROPRIO mai. 15/1/2016
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L’ispettore Palombi si era impegnato molto per questo caso, aveva anche seguito un corso di aggiornamento al riguardo per scoprirne tutti gli aspetti e poterlo così approcciare nel modo migliore. Aveva ripassato mentalmente il piano più di una volta e ora, finalmente pronto, aspettava solamente che tutto filasse come previsto. Prese lo strumento e inforcò. Maledetta crocchetta! Beccata in fragranza. 12/1/2015
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Che le difficoltà che continuava a trovare in qualche modo se le dovesse aspettare, l’ispettore Palombi l’aveva capito subito all’apertura del caso, quando un dettaglio tecnico lo aveva colpito negativamente. Lì per lì non ci aveva dato troppo peso, sperando ingenuamente che la cosa si sarebbe risolta da sola, ma adesso, che più procedeva e più si doveva fermare per riparare sempre allo stesso problema, ogni volta che si chinava si malediceva sotto voce. Maledetta stringa! Che devo fare per tenerti legata? 8/1/2015
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Il fatto di essere giudicato innervosiva sempre terribilmente l’ispettore Palombi, il quale, perfettamente conscio dei propri limiti e delle proprie debolezze, che poi tra l’altro reputava essere davvero di nessun peso, preferiva guardare i propri punti di forza e sottolineare gli importanti traguardi raggiunti. E poi aveva già da combattere tutti i giorni con la commissione disciplinare interna del dipartimento, che puntualmente gli contestava ogni spillo fuori posto. No, quest’anno avrebbe avuto più bisogno di elogi, e invece… Maledetta Befana! Ma non lo finisci mai il carbone? 5/1/2015
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L’ispettore Palombi non amava i contrattempi, soprattutto adesso che il caso, dopo quasi un anno di preparazione e di duro lavoro, stava per essere chiuso, con grande gioia di tutti coloro che avevano collaborato alla sua risoluzione. Mancava poco, pochissimo, ma un solo dettaglio avrebbe impedito a tutti di festeggiare. L’ispettore non si dette per vinto ed esortò tutti a cercare ancora: il tempo sarebbe bastato. Maledetto veglione! Chi ha nascosto lo spumante? 31/12/2015
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Era un caso contorto e pericoloso quello su cui stava indagando l’ispettore Palombi, che peraltro sapeva di non potersi fidare di nessuno. Di certo aveva solo una scia di indizi volontariamente lasciati e le vittime, tutte donne giovani e belle, stuprate prima di essere uccise. Una intuizione fortuita aveva messo insieme tutti i pezzi del puzzle: ora sapeva i nomi dei criminali e dove cercare l’ultima vittima rapita. Scattò in macchina e bruciando tutti i semafori in breve fu all’edificio abbandonato. Prima di sfondare la porta contò i colpi a disposizione: solo tre, la faccenda si faceva complicata, ma ormai doveva arrivare fino in fondo. Dentro trovò buio e silenzio. Accese la torcia del cellulare e si inoltrò per i corridoi deserti, sperando nel lieto fine. Un urlo agghiacciante lo fece correre disperatamente. Arrivato, trovò la fantasia in una pozza di sangue, morta. Maledetti cliché! Alla fine ce l’avete fatta. 29/12/2015
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L’indagato aveva fama di essere molto veloce e l’ispettore Palombi aveva capito che prenderlo con le mani nel sacco sarebbe stata tutta una questione di tempismo. Le sue scorribande notturne erano note all’inquirente già da un po’, anche perché l’indagato aveva la tendenza a ripetersi, ma la cosa che lasciava esterrefatto l’ispettore era che la popolazione civile sembrava trascurare il pericolo che uno sconosciuto in casa avrebbe potuto rappresentare. Spedì la lettera e dopo qualche giorno preparò l’albero e pulì il camino. Maledetto Babbo Natale! Quest’anno non mi scappi. 25/12/2015
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L’ispettore Palombi si trovava nel clou dell’inchiesta su cui stava indagando: sotto copertura si era introdotto nella casa dell’indagato per raccogliere prove e naturalmente doveva essere cauto e silenzioso per non svelare la propria presenza. La missione era rischiosa e l’ispettore sapeva che anche solo un sussurro sarebbe stato di troppo, per questo quando percepì alcuni movimenti iniziò a preoccuparsi per la sua negligenza. Maledetti fagioli! Ma perché ho fatto il bis? 22/12/2015
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Sangue e dolore erano gli elementi che costituivano l’ultimo caso su cui l’ispettore Palombi stava indagando. Un pregiudicato pericoloso, che drogava le sue vittime e apriva loro le porte dell’inferno. Un sadico spietato che senza scrupoli colpiva adulti e bambini, sia maschi che femmine. Un criminale incallito ancora a piede libero, con cui l’ispettore Palombi sperava di chiudere i conti il prima possibile. Maledetto dentista! Ancora un molare e poi ho finito. 18/12/2015 (Episodio speciale pubblicato in ringraziamento all’articolo di Rivista!Una specie qui)
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Il lungo appostamento ormai cominciava a farsi sempre più pesante e l’ispettore Palombi non vedeva l’ora di potersi alzare o almeno di sgranchire le gambe. Invece non poteva minimamente allontanarsi, perché sapeva che prendere il ricercato sarebbe stata una questione di velocità, oltre che di abilità. Ormai erano ore che l’ispettore e i suoi agenti erano appostati, la trappola tesa, e tutto era pronto a scattare al minimo avvertimento: tutti speravano di cuore di non dover ripetere quel calvario la settimana seguente. Poi un sussulto: qualcosa alla fine si muoveva. Maledetta trota! Vuoi deciderti ad abboccare? 18/12/2015
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Vedere persone che di mese in mese si trasformavano in delinquenti e ripetevano sempre gli stessi crimini era una cosa che rattristava enormemente l’ispettore Palombi, il quale si trovava sul luogo del delitto faccia a faccia con l’indagato, per caso testimone oculare del misfatto. Tutto sommato, vista la lieve entità del crimine, mentre la volta precedente aveva soprasseduto e ammonito solo verbalmente il colpevole, adesso, innervosito e frustrato, sentiva di dover andare fino in fondo. Per questo, preso piattino e cartello, si accinse ad accompagnare l’indagato in questura. Maledetto mendicante! Che te l’ho dato a fare un euro il mese scorso? 15/12/2015
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L’ispettore Palombi, arrivato in ritardo sulla scena del crimine, fece ritornare tutti gli indagati ai posti in cui erano al momento del delitto, cercando così di ricostruirne la dinamica per individuare il colpevole. Tuttavia, a causa di omertà, interesse o semplice disattenzione, restavano ancora molte le domande senza risposta e infine, valutati un’ultima volta i pochi indizi disponibili, dovette a malincuore chiudere il caso e tornare a casa digiuno. Maledetto ingordo! Che l’ultima fetta di torta ti si pianti nello stomaco. 11/12/2015
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L’ispettore Palombi non pensava che questa inchiesta lo avrebbe impegnato così tanto e così a lungo. E dire che aveva sviscerato il problema centrale e lo aveva affrontato da molti punti di vista: come da prassi, aveva interrogato numerosi testimoni informati dei fatti e trascorso ore su ore anche su internet per recuperare evidenze, eppure ancora gli mancava il dettaglio necessario per chiudere il caso, come se tutta l’esperienza accumulata in tanti anni di onorata carriera all’improvviso non contasse più niente. Maledetti palloncini! Ma come si fa la farfalla? 9/12/2015
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Arrivato a questo punto dell’inchiesta, l’ispettore Palombi cominciò a temere per la sua stessa incolumità. Gli indagati di questo caso infatti erano dotati di armi che in un primo momento avevano tenuto nascoste e che ora, dopo ripetute minacce verso l’inquirente, avevano iniziato ad usare sul serio. L’ispettore Palombi, nonostante fosse già stato colpito 2-3 volte, continuò a lottare strenuamente per arrestare almeno un paio di aggressori, in primis perché non nuocessero agli ignari passanti presenti e poi perché a questo punto della lotta ritirarsi non era più possibile. Maledette api! La prossima volta il miele me lo compro già nel barattolo. 4/12/2015
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Chiudere il caso con successo questa volta sarebbe stato molto difficile, poiché il colpevole, dopo lo sparo, si era subito andato a nascondere tra la folla e purtroppo gli indizi e i tratti distintivi su cui indagare erano veramente pochi. C’era il proiettile a terra, certo, ma l’ispettore Palombi non si aspettava che scoprire più dettagli sul foro di uscita avrebbe aiutato più di tanto, per cui, tutto considerato, non poté fare a meno di ringraziare per lo scampato pericolo. Maledetto piccione! Stavolta non mi hai beccato. 1/12/2015
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Le indagini messe in campo per questo caso avevano condotto l’ispettore Palombi nel tempio della giustizia suprema, là dove il tempo cessa di esistere e si inizia un processo di purificazione lungo e travagliato. Chiamato a testimoniare ad un processo, l’ispettore si interrogava sul senso del suo lavoro e della sua vocazione: perché tanti anni a dare la caccia ai criminali? Qual era il senso di tutte quelle indagini? E soprattutto: chi aveva ragione alla fine? Maledetti avvocati! Ma quante facce ha la verità? 27/11/2015
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Portare a termine questo caso aveva costretto l’ispettore Palombi a seguire tutte le piste che si erano aperte e, per lo scrupolo di fare le cose per bene e non lasciare nulla al caso, aveva dovuto viaggiare molto. Dopo quattro giorni all’estero, durante i quali aveva nutrito le migliori speranze di chiudere le indagini iniziate mesi prima, rientrò in casa sconfitto e, sguardo a terra, appese con mestizia la sciarpa all’attaccapanni. Maledetto Valentino! Ma proprio all’ultima gara dovevi perdere? 24/11/2015
Indagine dedicata al Motomondiale 2015
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Indagare su esponenti del gentil sesso era una cosa che metteva l’ispettore Palombi sempre a disagio, soprattutto se si trattava di una bambina dai modi così innocenti ed educati. Eppure il suo fare sprovveduto aveva messo in moto una serie di eventi che per poco non erano finiti in tragedia. Colpevole o vittima? L’ispettore Palombi continuava a non sapere come doversi comportare, e questa titubanza, decisamente inappropriata per un rappresentante della legge come lui, lo metteva profondamente a disagio. Maledetta Cappuccetto Rosso! Ma come si fa a non riconoscere un lupo? 20/11/2015
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Questo caso coinvolgeva personalmente l’ispettore Palombi, che si vedeva vittima di un criminale dalle mille risorse e che con i suoi trucchi era riuscito a sfuggire alla giustizia già più di una volta. L’ispettore era stato derubato e, ripensandoci a mente fredda, non poteva fare a meno di riconoscere le sue responsabilità in merito, soprattutto per quanto riguardava l’eccessiva ingenuità avuta. Ma ora, rintracciato il ladro, era il momento di saldare i conti e chiudere finalmente il caso. Maledetto bambino! Ridammi le mie caramelle. 17/11/2015
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L’ispettore Palombi ne aveva abbastanza di aspettare: il caso era appena stato risolto e già aveva voglia di un’altra inchiesta dello stesso tipo. Queste indagini erano la sua passione: niente lo soddisfaceva come seguire giornalmente gli indagati o trascorrere ore in lunghe maratone di approfondimenti. Ogni minimo dettaglio doveva essere valutato con precisione se voleva vincere questa sfida e superare tutti i suoi colleghi. Poi finalmente settembre arrivò. Maledetto fantacalcio! Finalmente rinizia il campionato. Pubblicato nell’articolo dedicato al calcio, il 14/11/2015
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L’ispettore Palombi era soddisfatto di se stesso e poteva finalmente ben dire che il caso era ufficialmente chiuso. All’apparenza semplice, aveva invece presentato delle difficoltà, soprattutto all’inizio, che l’inquirente aveva saputo superare solamente con molta pazienza e grande attenzione ai particolari. Sorridendo, richiuse la scatola e si congratulò con se stesso. Maledetto puzzle! Da adesso quelli con quattro pezzi non mi fanno più paura. 13/11/2015
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Come molte altre volte, a questo punto l’indagine che l’ispettore Palombi stava conducendo era destinata a fermarsi. Presto sarebbe ripresa, ma queste continue soste, obbligate da una burocrazia cieca e da regole che tutti dovevano seguire sempre, senza deroghe, infastidiva sempre di più l’inquirente, che sarebbe voluto arrivare alla conclusione del caso il più velocemente possibile. Maledetto semaforo! Ma prima o poi ti troverò verde, eh. 10/11/2015
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L’ispettore Palombi sapeva che l’indagine per questo caso avrebbe potuto portarlo molto lontano e che sarebbe potuta durare a lungo, più di quanto avrebbe voluto. Sapeva anche che non avrebbe potuto contare su testimoni oculari e che avrebbe dovuto fare tutto da solo. Così si alzò il bavero del cappotto e di buon animo si mise in cammino attento ai particolari. Maledetta macchina! Mi ricordassi mai dove l’ho parcheggiata… 6/11/2015
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L’ispettore Palombi era abituato a essere un personaggio scomodo, ma la sua missione era di proteggere i più deboli e di salvare vite umane. Sempre. Per questo motivo non appena sentiva l’odore di un incendio, anche nel mezzo di un’altra indagine, era suo dovere intervenire subito, anche prima dei pompieri e anche a costo di interrompere i momenti più belli e rovinare le feste. Così, preso un bel respiro, spense tutte le fiamme in un colpo solo. Maledette candeline! Anche stavolta disastro evitato. 3/11/2015
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Pur provenendo la soffiata da una fonte non troppo affidabile e che, anzi, spesso in passato era stata vaga ed elusiva, l’ispettore Palombi decise di darle credito e di tentare il tutto per tutto. L’inchiesta era aperta ormai da troppo tempo e tutte le piste seguite e le persone indagate coinvolte non erano state mai abbastanza risolutive per poter chiudere il caso, nonostante tutta la buona volontà che l’ispettore Palombi ci avesse messo. Lesse gli indizi ancora una volta e rivolse gli occhi al cielo. Maledetto oroscopo! Che cosa non si fa per amore… 30/10/2015
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Che tra vittima e carnefice non corresse buon sangue era palese a tutto il dipartimento di polizia, tanto le vite dei due erano conosciute e sotto gli occhi di tutti. Anzi, volendo ragionare con il senno di poi, per quanto improbabile, si poteva anche dire che il delitto sarebbe stato solo una questione di tempo, visti i caratteri dei due: tanto istintivo l’assassino, quanto fastidiosa e ossessiva la vittima. No, l’inchiesta verteva adesso solo sulla modalità del delitto e su questo stava già lavorando alacremente la scientifica, ma l’ispettore Palombi continuava a non darsi pace. Maledetto gatto! Ma come hai fatto a spiccare il cucù? 27/10/2015
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La pietà era un sentimento che spesso l’ispettore Palombi non si poteva permettere. Né poteva farlo adesso, alle prese con un caso di criminali che continuavano a colpire nonostante tutti gli appelli che erano stati emessi. Piccole cose, per carità, microcriminalità spicciola e spesso brutale, per cui le forze dell’ordine avevano messo in campo molte soluzioni sensate, ma purtroppo tutte insufficienti. Nonostante lo scoramento generale l’ispettore Palombi era fiducioso e sapeva che risolvere il caso sarebbe stata solo una questione di tempo. Maledette zanzare! Ma verrà l’inverno, eh. 23/10/2015
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La lunga esperienza nella polizia aveva insegnato all’ispettore Palombi che il crimine non dorme mai, ciononostante non si sarebbe aspettato che un nuovo caso gli venisse assegnato ancora una volta durante la pausa pranzo. Anche questo era un caso urgente e sapeva che l’inchiesta sarebbe dovuta durare il meno possibile per evitare strascichi imbarazzanti, su cui dover intervenire nuovamente in seguito. Maledetti spaghetti! Ancora una volta la camicia appena messa. 20/10/2015
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Questo caso faceva preoccupare l’ispettore Palombi un bel po’: l’indagato principale era infatti una personalità ben nota della comunità locale e svolgeva anche dei ruoli di alto rilievo. Era tramite il suo aiuto che nascevano progetti importanti ed era noto per avere sempre le mani nei posti giusti: in alcuni casi questo poteva anche essere uno svantaggio, ma tutto sommato erano molti quelli che avrebbero fatto volentieri cambio con lui. Maledetto ginecologo! Quanto t’ho invidiato. 16/10/2015
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Non c’era pietà nell’inchiesta che attanagliava l’ispettore Palombi, figuriamoci per qualunque forma di empatia. Molte volte c’era stato amore e qualche volta aveva trovato spazio anche per sprazzi di compassione. Ma se i pezzi non vanno come dovrebbero, la ricerca di indizi si poteva rivelare una lunga perdita di tempo senza arrivare poi a stringere niente in mano. Sapeva che la soluzione del caso era vicina e che chiuderlo con successo era solo una questione di punti di vista, ma il tempo finì e si dovette arrendere. Maledetto paroliere! Eppure l’avevo vista. 13/10/2015
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L’indagine che fino a quel momento era andata tranquilla, aveva subito un rallentamento improvviso e inaspettato, tanto che l’ispettore Palombi, che non riusciva a vedere il momento in cui l’inchiesta sarebbe ripresa senza intoppi, iniziò a spazientirsi. Questi tre indagati proprio gli stavano dando del filo da torcere e il modo di procedere che avevano adottato non dava spazio ad alcun momento di rilassamento. Maledetti ciclisti! Mai che vadano in fila indiana. 9/10/2015
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Gli occhi di una vittima sono sono sempre gli stessi: tutte le volte l’ispettore Palombi poteva leggervi lo stupore di quell’attimo di sospensione tra la vita e la morte. Era da questo momento che l’inchiesta aveva inizio, con tutte le domande esistenziali e morali che si portava dietro: qual è il senso della vita? Perché la morte? Quali sono i motivi che spingono l’assassino a perpetrare il delitto? Poi si riscosse, sospirò e si mise a sedere. Maledetta aragosta! Sempre lo stesso dilemma. 6/10/2015
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La sfida che l’ispettore Palombi stava affrontando per risolvere questo caso era davvero molto impegnativa. Come molti, aveva sempre snobbato la borsa e l’alta finanza dicendo che non era pane per i suoi denti, ma quando aveva visto evaporare l’eredità della nonna investita in titoli, aveva deciso di aprire un’inchiesta. E aveva studiato, l’ispettore Palombi, aveva approfondito i meccanismi finanziari fino a trovare un indiziato che con i suoi capricci aveva già mandato molta gente in rovina. Maledetto sig. Dow Jones! Il tuo regno del terrore è finito. 2/10/2015
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L’ispettore Palombi era soddisfatto e grato di aver trovato persone tanto disponibili. Le informazioni dagli interrogatori e gli alibi da controllare degli indagati erano parecchi, ma la stessa storia ripetuta con decisione da così tanti teste sembrava lasciare davvero poco spazio a dubbi. Si apprestava a chiedere al giudice delle ordinanze di custodia cautelare, quando un dubbio lo costrinse a rimettere tutto in discussione. L’ispettore Palombi rivolse gli occhi al cielo. Maledetti testimoni! Quelli di Geova qui non valevano. 29/9/2015
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L’urgenza stava diventando emergenza e l’ispettore Palombi si stava maledicendo per non aver chiuso il caso già dieci giorni prima, quando gli impedimenti per percorrere la strada giusta erano minimi. Ma aveva voluto prendere tempo e raccogliere più prove, così adesso le cose gli stavano sfuggendo di mano, con gli indiziati che facevano il bello e il cattivo tempo. Nonostante tutto aveva la situazione in pugno e sapeva che sarebbe bastato un attimo per farli cadere. Maledetti capelli. Ma perché i barbieri il lunedì non lavorano mai? 25/9/2015
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L’inchiesta aveva dato ottimi risultati e le prove raccolte inchiodavano i terroristi senza possibilità di errore. Avevano lanciato già molti attacchi e causato molti danni, ma finalmente l’ispettore Palombi aveva individuato il loro covo e si stava apprestando a chiudere il caso. Maledette termiti! Non avrete anche l’ultima sedia del salotto. 22/9/2015
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L’ispettore Palombi era bravo nel suo lavoro. Studiava gli indizi, raccoglieva le prove e tesseva infine una trappola da cui il criminale non potesse fuggire. Anche nell’ultimo caso aveva usato il consueto modus operandi, ciononostante i risultati tardavano ad arrivare e ormai per contare le vittime non bastavano più le dita delle mani. Sapeva che la strada era quella giusta e che le maglie si stavano stringendo attorno al colpevole, che tuttavia continuava ad uccidere indisturbato. Maledetto assassino! Mai una volta che aspettasse. 18/9/2015
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L’ispettore Palombi si lisciò i baffi soddisfatto: il caso procedeva spedito verso la soluzione. Certo, aveva richiesto pazienza e concentrazione, ma ora poteva finalmente ammirare i frutti di tanto impegno. All’improvviso, un dubbio folgorò il suo ottimismo e la fronte iniziò a imperlarsi di sudore: nell’impalcatura del caso qualcosa sembrava mancare e più prestava attenzione, più ciò era evidente. Prese la scatola e la divelse con rabbia, sperando di trovarvi ciò che andava cercando, ma fu inutile e il suo dubbio divenne certezza: il pezzo non c’era. Maledetta Ikea! Allora sbagliano anche gli svedesi. 15/9/2015
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Gli indizi portavano tutti a quel gruppo di alberi e anche alcuni testimoni confermavano quella versione dei fatti. Certo, le probabilità che qualcuno volesse contaminare le prove per insabbiare il caso erano alte, ma l’ispettore Palombi confidava di poter portare a casa il risultato nel migliore dei modi e di poter festeggiare, una volta tanto. Il tempo e la velocità d’azione erano fattori determinanti. Arrivato al boschetto, il cuore gli si riempì di gioia: la scena del caso era intatta e l’ispettore Palombi, paniere alla mano, si apprestò a fare la più grande raccolta di funghi della sua vita. Maledetti fungai! Stavolta ve l’ho fatta. 11/9/2015
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Inchiesta dedicata al Palio di Castel del Piano
Casi come questo non erano amati dall’ispettore Palombi: troppa confusione, troppa incertezza e le inchieste aperte in passato si erano rivelate inconsistenti bolle di sapone. E questo nonostante l’impegno e la passione con cui l’inquirente aveva raccolto gli indizi e fatto il quadro della situazione. Aveva sperato e addirittura pregato pur di chiudere il caso con successo, ma adesso sapeva che il fattore umano era troppo importante. Maledetti fantini! Si può mai sapere da che parte state? 8/9/2015
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L’ispettore Palombi si accorse troppo tardi dell’errore commesso, quando rilesse gli indizi lasciati dal suo avversario e capì di essere caduto in trappola. La soluzione del caso si allontanava e le risorse a sua disposizione erano sempre più scarse. Andò nell’archivio per trovare casi simili, ma sapeva che il suo avversario stava per vincere la partita. Quando l’ispirazione della mossa giusta arrivò, ormai era troppo tardi e per il suo re non c’era più niente da fare. Maledetti scacchi! Così belli, così spietati. 5/9/2015
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Quando l’ispettore Palombi si trovò sul luogo del suo caso attuale, capì che aveva cambiato pagina rispetto a tutti i casi del passato. Qui gli indizi per arrivare velocemente alla conclusione c’erano ed erano anche in bella vista. Si trattava solo di avere pazienza e metterli in fila per capire che cosa era successo in quel quartiere, ma il tempo passava e l’ispettore Palombi, che pure aveva capito che cosa cercare, non riusciva a rintracciare l’oggetto in questione, fino a che, spazientito e innervosito, prese la Settimana Enigmistica e la scaraventò lontano. Maledette indagini del corvo! Mai un aiutino. 1/9/2015
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Il sonno dell’ispettore Palombi era interrotto da visioni e incubi ammonitori. Il caso si presentava più tosto del previsto e manifestava tutte le sue difficoltà anche di notte, impedendo di fatto che l’inquirente potesse riposare. Che cosa aveva tralasciato? Qual era il punto che continuava a tormentarlo? Che cosa aveva valutato male durante l’inchiesta? Poi un sussulto, un bagliore nel buio e, sveglio, l’ispettore Palombi realizzò ciò che il suo inconscio gli diceva da ore. Maledetta peperonata! Mai più prima di andare a dormire. 30/8/2015
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L’ispettore Palombi lavorava su quel caso ormai da tempo. Sembravano settimane, e come tutte le volte anche questa doveva ricominciare da capo. Sembrava impossibile, ma più passava il tempo e più si trovava a brancolare nel buio. Non se ne dava pace. Come altre volte l’obiettivo principale, se pure a fatica, era stato raggiunto, ma mancava un dettaglio importante per poter chiudere il caso. Poi finalmente ritrovò la via del letto e poté tornare a dormire. Maledetta prostata! La notte voglio riposare. 27/8/2015
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