Marco Fabbrini, badengo doc, ha scritto un bel libro che parla della sua e della nostra terra partendo dalla tradizione delle Fiaccole del 24 dicembre, evento per il quale tutti i terzieri del centro storico di Abbadia San Salvatore si organizzano e costruiscono numerose pire altissime a cui sarà poi dato fuoco e che bruceranno fino a Natale.
Con Marco parleremo di numerosi temi: infanzia e vita adulta, borgo e miniera, lavoro e sfruttamento, ma sopra a tutto parleremo dell’amore per la nostra bella montagna, quest’Amiata che ha dato i natali sia a quelli che vedono sorgere che a quelli che lo vedono tramontare, e a tutti quelli nel mezzo naturalmente.
Cosa scatta per far scrivere una storia? Dalle parole di Marco rabbia per uno status quo consumistico e rivalsa in riscoperta delle proprie radici.
Le vite degli adulti del borgo si intrecciano con quelle di due bambini, la figlia del padrone della miniera e il figlio di un minatore.
L’Amiata è divisa in due: chi vede l’alba non vede il tramonto, ma se per i bambini le cose potessero cambiare?
Il ruolo dello zio Raniero, la voce dalla natura che è anche una guida e uno stimolo per il Mino, il piccolo protagonista.
La freddezza del padrone e i veleni dei perdigiorno: due parole su cattiverie di tipi diversi, di cui forse non potremo liberarci mai.
La partecipazione popolare alla vita cittadina è la base per la convivenza civile: è cambiato qualcosa rispetto al passato?
Breve riflessione su lavoro e diseguaglianza sociale, sulle lotte dei poveri e sulla fatica di uscire da questo gorgo maledetto.
Il libro è davvero molto carino e ricco di spunti di tanti tipi, come speriamo avrete avuto modo di capire, per cui ci auguriamo che lo leggiate e che vi possa piacere.
Grazie a tutti e alla prossima.