Oggi parliamo di nucleare, di quella fantastica energia tanto amata e tanto contestata, di quella cosa che è stata acclamata come la salvezza dell’umanità e della sua vorace richiesta di energia e al contempo temuta come la causa della fine del mondo e dell’apocalisse in terra, in stile Mad Max o Ken Shiro. Come la pensi il sottoscritto già traspare dal titolo, ma per dovere di obiettività se ne parlerà presentando i diversi punti di vista e lasciando parlare i libri, ovviamente.
Prima di iniziare, direi che è buona cosa citare questo sito qui per illustrare brevemente che cosa sia l’energia nucleare e come si produce: mi è piaciuto perché è di poche giuste e semplici parole, consentendo a tutti di intuire come funzionino i procedimenti alla base delle centrali.
Ora che la base scientifica c’è, possiamo approcciare il problema andando a prendere due libri dal contenuto opposto che faranno da confini per il nostro ragionamento. Da una parte c’è chi è contrario e vede nel nucleare, pur sottolineandone la necessità, un’oggettiva e inutile minaccia: parliamo di Gianni Francesco Mattioli e Massimo Scalia che nel loro Nucleare: a chi conviene? illustrano un’analisi sul tema avvalendosi di dati reali e documentati provenienti da fonti internazionali. Qui ci pongono alcune domande partendo da altrettanti assiomi: non serve a contrastare il riscaldamento globale, non ci rende indipendenti dal petrolio, è rischioso e costa molto di più delle fonti rinnovabili: perché tornare al nucleare? Cosa significherebbe per l’Italia investire sull’energia atomica anziché su fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico? Sappiamo inoltre che il nucleare: utilizza come combustibile l’uranio, una risorsa che va comunque acquisita sul mercato estero, scarsa e perciò destinata a divenire sempre più costosa e oggetto di competizione internazionale; utilizza una tecnologia complessa che non mette al riparo da rischi sanitari neppure nel normale funzionamento di una centrale; non ha risolto il problema delle scorie radioattive, lasciando quindi aperti gravi problemi per il futuro; presenta costi di produzione del kWh elettrico difficilmente definibili e comunque superiori rispetto ad altre fonti energetiche realmente pulite e rinnovabili. La domanda è quindi solo una: perché?
Di tutt’altro avviso è invece Gwyneth Cravens, che nel suo Il nucleare salverà il mondo. La verità nascosta su un’energia pulita spiega con dovizia di particolari l’assoluta infondatezza dei timori e tutti i vantaggi. “Da sempre convinta oppositrice del nucleare, Cravens si persuade che è arrivato il momento di andare oltre i pregiudizi che accompagnano questa tecnologia, e insieme a uno dei massimi esperti americani in materia ripercorre con noi passo passo l’intero ciclo di vita dell’uranio. Seguendola in questo lungo viaggio che va dalle miniere dove l’uranio viene estratto ai laboratori in cui i reattori sono progettati e testati, dalle centrali dove l’energia viene prodotta ai più remoti siti di stoccaggio in cui le scorie radioattive vengono conservate, scopriamo che forse esiste davvero un’alternativa al petrolio e una via di uscita dall’emergenza climatica. Si chiama energia nucleare. Cravens non lascia nessuna domanda, nessuna perplessità, nessun dubbio senza una risposta. Muovendosi da un lato all’altro degli Stati Uniti incontra scienziati e studiosi delle più diverse discipline; intervista esperti di problemi di salute pubblica e strateghi di reparti antiterrorismo; espone tutte le sue perplessità e le sue paure, proprio come faremmo noi, ai ricercatori che studiano gli effetti delle radiazioni sull’uomo e sull’ambiente; cerca le prove e tutte le evidenze possibili che dimostrino la sicurezza dei depositi in cui le scorie vengono custodite. Finiamo così per apprendere che, facendo una passeggiata in una delle nostre stazioni ferroviarie, siamo esposti a una quantità di radiazioni superiore a quella che subiremmo, nello stesso lasso di tempo, in una miniera di uranio. Scopriamo che non esistono prove di un aumento dei casi di cancro intorno alle centrali e che un impianto a carbone rilascia più radiazioni nell’ambiente circostante di uno in cui si produca energia nucleare. E arriviamo infine a capire quanto abbiano pesato, nella storia di questa forma di combustibile, un pregiudizio politico e una campagna ideologica capaci di alimentare una paura infondata. Il nucleare salverà il mondo è un’attenta e convincente indagine a favore di una fonte energetica di cui spesso si parla senza saperne abbastanza, ma che non possiamo più permetterci di ignorare.”
E allora facciamo un altro bel giro e ci troviamo esattamente al punto di partenza e la domanda di partenza si ripropone esattamente tale e quale: nucleare sì o nucleare no? Da lì si parte per trovare alternative e soluzioni, ma prima dobbiamo chiederci davvero: sono in grado io, comune mortale, di avere un’opinione oggettiva della questione e di padroneggiare un simile argomento per fare una scelta che sia davvero mia, priva di pregiudizio e di strumentalizzazioni, in un momento storico e in una società dove è esattamente vero tutto e contemporaneamente anche il suo completo contrario? Dove tutti sono esperti di tutto e si annaspa anche solo per decidere come dolcificare il caffè, divisi come siamo tra i gusti personali di zucchero bianco, di canna, dietor, stevia e chissà quante altre diavolerie? In questa società, dove sta la verità vera? Tornando all’argomento dell’articolo, come posso io decidere per l’una o l’altra soluzione?
Vi allargo il campo con qualche altro libro: torniamo a questo articolo del 2015, dove si parlava di Cernobyl e dell’immane tragedia che è stata, non voglio nemmeno andare a citare Hiroshima o Nagasaki perché sarebbe troppo semplice, lì c’era un esempio di brutalità umana e la bomba atomica è stata solo un mezzo per arrivare a un fine, sarebbe stato uguale spandendo il virus dell’ebola o creando uno specchio ustorio gigantesco, lì il nucleare c’entra fino a un certo punto. L’uomo miserabile è e miserabile rimane. No, il disastro di Cernobyl dimostra che, per quanto avveniristiche ed eccellenti possano essere le attenzioni e le contromisure, la fatalità può purtroppo sempre avvenire e causare tragedie gigantesche. Posso anche citarvi il caso di
Fukushima, dove uno tsunami – un’altra fatalità incontrollabile – ha causato nel 2011 ciò che non ci si sarebbe mai immaginato, e proprio nel paese che aveva già pagato un prezzo altissimo alla follia nucleare. Badate, io a Hiroshima ci sono stato e dovessi tornare in Giappone di sicuro ci vorrei riandare: una città bellissima, solare, aperta e piena di ottimismo e di verde: vi dico anche che sono sano e non contaminato in quanto la bomba ha fatto quello che ha fatto perché era congegnata per esplodere, ma che già dopo un giorno la radioattività era calata drasticamente e naturalmente oggi non c’è più niente. Diverso è invece il caso di una centrale, dove il materiale fissile è fatto per durare nel tempo e quindi ha un tipo di radioattività del tutto diversa, capace di inquinare l’ambiente per anni e secoli: lo abbiamo visto con i grafici dell’inquinamento dell’acqua che ha attraversato l’Oceano Pacifico ed è arrivato fino alle coste della California, ma la buona notizia l’ho trovata tra le pagine di un fumetto, un manga per la precisione, dal titolo 1F: Diario di Fukushima di Kazuto Tatsuta, dove l’autore racconta la sua vita da operaio smantellatore della centrale distrutta e sventrata dall’esplosione, ci narra e ci mostra coi suoi disegni delle più svariate peripezie per essere assunto, dei controlli di sicurezza, delle beghe legali e degli infiniti tempi di attesa e dell’estenuante incertezza tra un incarico e l’altro.
Venendo a terminare questo articolo, vi tolgo ogni dubbio e vi do la mia opinione: l’energia nucleare è sicuramente una buona soluzione per avere l’energia elettrica che tanto ci serve, ma secondo me ciò non può giustificare assolutamente il rischio, remoto quanto volete ma in fin dei conti nemmeno così impossibile, di avere per le mani un potenziale oggetto di distruzione di massa per noi e per le generazioni future. La soluzione starebbe, sempre secondo il mio modestissimo parere che mi sembra sempre più condiviso, che ognuno di noi potesse mettersi in condizione di prodursi l’energia di cui ha bisogno, almeno per quanto possibile. A questo riguardo faccio il mio mestiere e vi do qualche titolo, ma la rosa è vastissima, come potete ben immaginare: Le fonti energetiche rinnovabili, di Luca Rubini e Silvia Sangiorgi, Riscaldamento naturale della casa. Guida ai sistemi di riscaldamento a fonti rinnovabili, di Greg Pahl, Fonti energetiche rinnovabili, di Fabio Inzoli e Alberto Bianchi, Impianti mini e micro eolici. Guida alla progettazione e realizzazione, di Fabio Andreolli e Flaccovio Dario, e millemila altri.
Per cui a questo punto non posso fare altre che lasciarvi alle vostre riflessioni, dandovi appuntamento su questi schermi.
Ciao e buone letture.